Verso la chiusura del Primo Soccorso di Palombara?

Si fa sempre più consistente la voce che uno dei due medici attualmente in servizio al Primo Soccorso di Palombara, che permettono il funzionamento dello stesso durante le ore diurne dei giorni feriali, andrà in pensione nel prossimo mese di novembre.

La stessa voce, preoccupata, sussurra che, sulla scia di quanto sta accadendo negli ultimi anni, la ASL Roma 5 non sembrerebbe intenzionata a sostituirlo, con la conseguenza, inesorabilmente, che si andrebbe verso un vistoso ridimensionamento del servizio o addirittura alla sua chiusura.

Sembrerebbe, infatti, che sia prassi consolidata presso l’ex-Ospedale SS. Salvatore non rimpiazzare il personale, di qualunque qualifica, che va in pensione. Ovviamente questo determina che i pochi servizi ancora presenti nel Presidio vengano ridotti o, addirittura, eliminati nonostante le necessità e le richieste dei cittadini.

La nostra Amministrazione comunale è a conoscenza di questa stato di cose?

Si è mossa in tempo o si sta muovendo per scongiurare una simile situazione?

Il Protocollo d’Intesa stipulato a suo tempo tra la Regione Lazio, il Comune di Palombara Sabina e la ASL per la vera attivazione della Casa della Salute (a proposito è sotto gli occhi di tutti che non è mai entrata in funzione e anche questa pare destinata a finire in chiacchiere), viene rispettata?

Questa Amministrazione è intenzionata ad occuparsi veramente della salute dei cittadini o accetta passivamente che anche la sanità a Palombara scivoli inesorabilmente verso un declino inarrestabile come, purtroppo, sta accadendo per la vita pubblica e sociale del nostro Paese?

Perché rassegnarci al continuo scadimento di Palombara, ad un paese abbandonato a se stesso, senza un sostenibile progetto per il futuro oltre che ad una concreta ed efficace difesa del presente?

Ci appelliamo alle associazioni che nel periodo pre-elettorale erano sorte per la difesa dell’Ospedale: è il momento di riprendere, con la collaborazione di tutti, ad occuparsi attivamente del problema.

Non aspettino che la situazione diventi catastrofica e dimostrino che l’attivismo di quel periodo non era un fuoco di paglia alimentato da interessi elettorali.

 

 

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