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Le luci spente di Natale

E’ lo stare insieme che fa la differenza: dalla possibilità di avere più tempo a disposizione per sé e per i propri cari alle abbuffate di gruppo, dall’ansia dei regali allo scambio degli auguri, sono molti i fattori che contribuiscono a creare il clima natalizio. Al giorno d’oggi è sicuramente macchiato da un eccessivo consumismo e da un bombardamento di tasse ai massimi livelli, ma è ancora in grado di regalare dei momenti magici, risvegliando in noi dei ricordi e delle esperienze che dal passato ritornano e ci migliorano l’animo.

Ma sono anche gli eventi, le decorazioni, i profumi, le luci, i colori, i suoni ed i sapori che modellano l’ambiente che ci circonda, a farci “entrare” in questa atmosfera suggestiva. Senza tali elementi, che Natale sarebbe?

Noi di Palombara forse siamo tra i pochi a saper rispondere alla domanda: il nostro paese, infatti, è completamente spento di ogni attrattiva dedicata, come se questo periodo dall’anno fosse uguale agli altri. 

Nessun addobbo e nessuna illuminazione pubblica sulle strade buie e sempre più desolanti. Nessun evento di richiamo a coinvolgere le persone, costrette a chiudersi nei centri commerciali o a spostarsi dove pullulano le iniziative e gli spazi dedicati al Natale.

Per carità, il 19 si celebrano – e alla grande – i 25 anni dell'Associazione Raffaella D’Angelo, organizzato dai volontari al Castello Savelli; un momento importante per la nostra comunità che si potrà adattare alla festività, ma non si basa su di essa. E proprio loro dobbiamo ringraziare perché hanno realizzato un albero gigante che almeno riesce a rendere meno spoglio il nostro paese, così come la stella illuminata sull'albergo del Monte Gennaro.

Due iniziative, di un’associazione di solidarietà e di un privato, a testimoniare il totale disinteresse dell’amministrazione comunale.

Anche a Cretone ci saranno dei mercatini, ma sono nulla in confronto a come si organizzano nei dintorni. Sfruttano l’occasione, programmano, stimolano e non improvvisano, in modo da poter creare le condizioni migliori per rendere vivibile il paese in primis ai residenti, per dare linfa alle economie locali ed a chi lavora in autonomo sul proprio territorio. Se non a Natale, quando?

Non bisogna andare troppo lontano per accorgersi di come Palombara si stia sempre più trasformando in un grande parcheggio all’aperto, un dormitorio per pendolari, privato di luoghi e momenti di socializzazione per i suoi cittadini. E se i cittadini hanno anche l’alibi per scegliere di andare fuori, è la conseguente fine di ogni attività locale, dagli artigiani ai commercianti fino agli agricoltori.

Così come è evidente la mancanza tangibile di un’associazione di categoria, come può essere l’ASCOP, nel coordinare e nel permettere alle piccole imprese di pensare in modo sinergico e sistemico anziché restare vittime di sé stesse. Solo pochi anni fa, erano proprio i commercianti ad autotassarsi per illuminare le nostre vie e proponevano sconti “a catena” o lotterie per incentivare i palombaresi ad acquistare nel proprio paese. Mentre al Castello Savelli, ad esempio, si teneva l’evento “Magico Natale” in cui, oltre ad iniziative di intrattenimento, venivano valorizzate le nostre peculiarità.

Da Tivoli a Guidonia, da Sant’Angelo Romano a Monterotondo, da Mentana a Nazzano Romano, da Collalto Sabino a Poggio Moiano, le amministrazioni propongono eventi ed attirano con prodotti tipici, mostre, mercati, concerti, presepi, spettacoli e manifestazioni che abbelliscono e riempiono di persone i borghi e le piazze.

E noi, sia semplici cittadini che imprenditori locali, stiamo a guardare, paghiamo le tasse al massimo consentito e di servizi ne vediamo ben pochi. Non ci rimane quindi che scendere di casa, fare lo slalom tra le auto in sosta sugli spazi pedonali, ammirare le buche ed i crateri sulla strada anziché le vetrine addobbate dei negozi, mettere la benzina ed andare fuori Palombara. Magari ad acquistare prodotti tipici e visitare luoghi caratteristici… se non è una barzelletta, poco ci manca.

 

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